L’acceleratore di abbronzatura e l’autoabbronzante sono due prodotti che vengono spesso confusi, tuttavia non sono la stessa cosa. Quando arrivano il caldo e la bella stagione tutti sognano una tintarella uniforme e duratura, e per ottenerla più rapidamente ci si può affidare a questi particolari cosmetici. Nonostante il loro scopo sia simile, cioè rendere la pelle abbronzata più velocemente, la modalità con la quale raggiungono questo effetto è molto diversa.
Gli acceleratori di abbronzatura aiutano la pelle a velocizzare il suo processo di imbrunimento, mentre l’autoabbronzante colora la pelle in maniera superficiale attraverso una reazione chimica. Vediamo insieme come funzionano nello specifico questi due prodotti e quale sia il migliore da utilizzare.
Per capire come agisce un acceleratore di abbronzatura è necessario capire come si attivi effettivamente il processo fisiologico dell’abbronzatura. Quest’ultima infatti, è un vero e proprio meccanismo di difesa della nostra pelle scatenato dall’esposizione ai raggi solari, che reagisce aumentando la produzione di melanina e con un ispessimento del tessuto cutaneo.
La melanina viene prodotta dai melanociti, le cellule che, tramite la produzione di questo pigmento, stabiliscono anche il fototipo della pelle, il colore dei capelli e il colore dell’iride degli occhi di ogni persona. Dopo molto tempo passato all’esposizione di raggi ultravioletti, all’interno dell’organismo si scatena un processo attivato da un amminoacido chiamato tirosinasi, che comunica ai melanociti di aumentare la produzione di melanina. Tutto ciò si traduce in una pelle più scura che riesce dunque a schermarsi e proteggersi dall’azione negativa dei raggi solari. Ecco perché la melanina è il nostro attivatore di abbronzatura naturale.
Gli acceleratori di abbronzatura sfruttano questo meccanismo di difesa della nostra pelle agendo sulla produzione di melanina, motivo per cui vengono anche chiamati attivatori di abbronzatura o intensificatori. Come abbiamo visto la produzione della melanina, la melanogenesi, è stimolata dal sole ma, per essere prodotta, serve l’amminoacido tirosina. Ebbene, è proprio questo l’ingrediente chiave su cui puntano gli acceleratori dell’abbronzatura. L’Acetyl Tyrosine, nome INCI del derivato della tirosina, è l’ingrediente cosmetico che viene utilizzato per la sua capacità di stimolare la formazione di melanina anche senza l’esposizione ai raggi solari. Viene inserito solitamente insieme ad altri ingredienti che formano dei complessi vegetali utili a stimolare l’abbronzatura.
Considerando che l’abbronzatura come detto è un meccanismo di difesa, è consigliabile iniziare ad utilizzare l’acceleratore di abbronzatura già due o tre settimane prima delle vacanze per preparare la pelle all’esposizione prolungata ai raggi solari. Inoltre, l’abbronzatura risulterà più uniforme e intensa e verrà mantenuta più a lungo anche al ritorno dalle ferie. Grazie agli ingredienti anti-age e idratanti contenuti nella sua formulazione, un acceleratore come il FACE TAN nel periodo estivo può sostituire a tutti gli effetti la crema giorno.
Attenzione: nonostante l’inscurimento della pelle aiuti a difendersi dai danni dei raggi UV, un’acceleratore non può sostituire la protezione solare, ma devono essere utilizzati entrambi per un’abbronzatura intensa, uniforme e sicura.
L’autoabbronzante ha lo stesso obiettivo dell’acceleratore ma funziona in maniera completamente diversa. Mentre gli intensificatori stimolano la naturale produzione di melanina per l’imbrunimento della pelle, l’autoabbronzante ottiene questo effetto tramite una reazione chimica superficiale. Questo è possibile grazie ad una particolare molecola contenuta in tutti gli autoabbronzanti e che deriva dalla canna da zucchero, il DHA (diidrossiacetone). Questa molecola, una volta entrata in contatto con la cheratina presente sulla pelle, reagisce formando dei complessi di colore bruno che permettono all’epidermide di cambiare colore. Questa reazione, chiamata reazione di Maillard, è ciò che succede ad esempio con l’interazione tra zuccheri e proteine durante la cottura di una bistecca, che provoca la formazione di quella crosticina marrone sulla carne.
Tuttavia, il cambio di colore della pelle avviene solamente nel suo strato più superficiale, lo strato corneo, cioè quello dove avviene la reazione. In poche ore l’autoabbronzante è in grado di donare un’abbronzatura dorata, ma l’effetto è temporaneo. Sebbene sia infatti una reazione molto rapida, l’abbronzatura dura circa tre giorni, molto meno rispetto ad un’abbronzatura naturale. inoltre, è necessario applicare il cosmetico con molta attenzione se non si vuole rischiare di avere un’abbronzatura poco uniforme o delle zone a chiazze. Negli ultimi anni comunque le formulazioni degli autoabbronzanti sono migliorate e sono più complete, spesso il DHA viene associato all’eritrulosio e soprattutto al caramello: quest’ultimo è a tutti gli effetti un colorante naturale e viene utilizzato per donare un colorito uniforme.
Qualunque sia la formulazione scelta, l’applicazione dell’autoabbronzante è sempre la stessa. Deve essere applicato solamente sulla pelle ben esfoliata e liscia, altrimenti la sua durata potrebbe essere decisamente inferiore alle aspettative. Quando l’epidermide si sfalda a causa del turnover cellulare infatti, si iniziano a perdere gli effetti del cosmetico. Per la sua rapidità non ha bisogno di essere applicato molti giorni prima della partenza delle vacanze o per quando si vuole ottenere l’effetto desiderato.
Esattamente al pari dell’acceleratore di abbronzatura, l’autoabbronzante non sostituisce la protezione solare che dev’essere applicata regolarmente prima dell’esposizione solare. Inoltre, il meccanismo di pigmentazione dell’autoabbronzante non coinvolge in alcun modo la melanina, quindi la colorazione ottenuta sulla parte più superficiale della pelle attraverso la sua applicazione non protegge dalle radiazioni UV.