I siliconi nei cosmetici sono tra gli ingredienti maggiormente discussi in tutti i blog del settore. La discussione diventa spesso dibattito; da un lato troviamo gli esponenti della cosmesi green o bio, che demonizzano i siliconi e sconsigliano assolutamente l’utilizzo di prodotti che li contengono nella formulazione. I più attaccati e colpiti sono il Dimeticone e Ciclopentasilossano, che si possono trovare negli INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) rispettivamente come Dimethicone e Cyclopentasiloxane. Dall’altro lato invece, troviamo i “difensori” dei siliconi, una categoria formata dai produttori che utilizzano queste sostanze nei loro cosmetici ma anche da numerosi cosmetologi. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questo argomento, affrontandolo nella maniera più obiettiva possibile.
I siliconi sono polimeri (macromolecole) ottenuti chimicamente e sono derivati dal Silicio, simbolo Si sulla tavola periodica. A seconda della loro costituzione e preparazione i siliconi possono dar luogo a resine, oli, elastomeri (sostanze gommose dalle spiccate proprietà elastiche). La caratteristiche principali dei siliconi, in generale, sono le seguenti:
A cosa servono dunque i siliconi nei prodotti di cosmesi? Dando un’occhiata all’elenco delle loro caratteristiche, si può intuire che vengono utilizzati non tanto perciò che fanno ma quanto per quello che non fanno. Spieghiamo meglio.
Essendo sostanze idrofobe, creano una barriera protettiva idro-repellente sulla pelle in grado di proteggerla da agenti esterni come inquinamento o fattori irritanti. E se da un lato questa barriera difende la cute dagli attacchi esterni, dall’altro impedisce l’evaporazione dell’acqua dall’interno. L’effetto in pratica è un’idratazione passiva, mirata al trattenimento dell’acqua cutanea. Su questo primo punto nasce il primo dibattito tra i detrattori e i sostenitori dei siliconi. I primi, sostengono che a lungo andare il film idro-repellente sia occlusivo e sia la causa della comparsa della pelle asfittica, pelle secca con presenza impurità come brufoli e punti neri. I secondi invece, sostengono che la barriera sia necessaria e che non comprometta la naturale traspirazione dell’epidermide. A sostegno di questa tesi portano i numerosi e severi test ai quali sono sottoposti i cosmetici in Italia, oltre al fatto che secondo la normativa possono essere utilizzati nella formulazione dei cosmetici anche a concentrazioni molto alte.
Il secondo grande dibattito nasce dal fatto che, come detto precedentemente, i siliconi sono sostanze inerti. Quando vengono applicati sulla pelle non creano nessun tipo di reazione con quest’ultima. Quindi nelle formulazioni non vengono utilizzati come ingredienti nutritivi o funzionali ma come ingredienti tecnici. Servono infatti a fare in modo che la texture dei prodotti sia più morbida e “setosa” e nei prodotti come creme viso e corpo impediscono l’effetto bianco (“mano di bianco” o “mano bianca”, tipica dei prodotti di cosmesi bio). Dunque, dal punto di vista dei sostenitori, la questione è abbastanza semplice. Abbiamo delle sostanze che non interferiscono con gli altri ingredienti funzionali, non sono tossiche o irritanti sulla pelle e permettono di creare un prodotto più piacevole all’applicazione. Perché non dovrebbero essere utilizzati?
A questa domanda i rappresentanti del mondo green/bio controbattono con un’altra domanda: perchè devo applicare sulla pelle una sostanza che non ha una funzione attiva (nutrizione, idratazione ecc.) quando posso utilizzare altri ingredienti naturali?
La risposta, come spesso accade, non è soddisfacente per nessuna delle due “fazioni”. Perché se è vero che ad oggi ancora non sia stato trovato un ingrediente naturale che riproduca perfettamente l’effetto dei siliconi, è anche vero che l’eco-impatto di questi ultimi non sia dei migliori, in quanto sono sostanze scarsamente biodegradabili.
Insomma, le argomentazioni a supporto e contro, oltre a quelle viste finora, sono svariate e a tratti purtroppo prendono le connotazioni del “tifo da stadio”. Come in tutti i settori, bisognerebbe cercare di mantenere la discussione ad un livello costruttivo. Per questo motivo, prima di dare la nostra opinione personale sul”utilizzo dei siliconi nei cosmetici, riteniamo sia interessante fare un rapido focus sui due siliconi maggiormente discussi.
Il Ciclopentasilossano appartiene alla categoria dei siliconi volatili (o leggeri). Vengono definiti tali i siliconi a basso peso molecolare e che al contatto con la pelle, a causa del suo calore, evaporano senza lasciare traccia. Nei cosmetici vengono utilizzati per ridurre l’untuosità (spesso data dagli oli vegetali) e per creare prodotti dalla texture leggera. Il Cyclopentasiloxane si trova frequentemente nei cosmetici per il contorno occhi e in tutti i prodotti che non richiedono un risciacquo. Proprio nella formulazione dei prodotti da eliminare con acqua, per ridurre il rischio per l’ambiente acquatico, a partire da Gennaio 2020 non saranno ammesse concentrazioni di ciclopentasilossano maggiori allo 0,1%. All’interno dei cosmetici come il contorno occhi, dove non è previsto il risciacquo più o meno immediato, si potrà tranquillamente continuare ad utilizzare questo silicone, in quanto evaporando non rappresenta un fattore di rischio elevato per l’ambiente.
Il Dimeticone appartiene alla categoria dei siliconi densi (o pesanti). Vengono definiti tali i siliconi ad alto peso molecolare e che non evaporano al contatto con la pelle. Sono maggiormente untuosi rispetto a quelli volatili e vengono utilizzati per la loro proprietà altamente filmogena. Il Dimethicone però negli INCI si può trovare in diverse tipologie, alcune hanno il peso molecolare più alto o più basso di altre. È utilizzato molto frequentemente nei prodotti solari per conferirgli resistenza all’acqua, nelle creme viso e corpo invece per la sua proprietà texturizzante.
Siliconi si, siliconi no, questo è il dilemma. Quello che possiamo fare per dare la nostra opinione è basarci sui dati obiettivi. I siliconi da un punto di vista tossicologico non sono sensibilizzanti e non sono irritanti, sono dunque sicuri per l’impiego cosmetico. Questo è un fattore fondamentale, da non sottovalutare. La ricerca scientifica, i test effettuati, istituzioni come UNIPRO e il Comitato Scientifico di Cosmetologia dell’Unione Europea sono tutti concordi: i siliconi sono dermocompatibili, non sono un pericolo per la pelle, al massimo potrebbero esserlo per l’ambiente, ma su quest’ultimo punto fortunatamente la legge si sta muovendo nella giusta direzione e con buone tempistiche.
Ragionando sul tema dell’eco-compatibilità, un esempio lampante è “il caso dell’ossido di zinco“. Nonostante la lavorazione e lo smaltimento dell’ossido di zinco promuovano un impatto ambientale negativo sull’ecosistema marino in costante declino, viene utilizzato per la formulazione di creme solari e cosmetici per bambini per le sue proprietà lenitive, antisettiche e protettive.
I siliconi nei cosmetici sono ingredienti tecnici che ad oggi sono ancora difficili da sostituire con ingredienti naturali. Quindi le creme bio sono meno efficaci di quelle non-bio? Non ci sogneremmo mai di fare un’affermazione del genere. È la qualità di tutti gli ingredienti di un cosmetico a fare la differenza. Esistono prodotti bio efficaci e altri meno. Così come esistono cosmetici tecnici più o meno efficaci. Ma è importante sottolineare che naturale non è assolutamente sinonimo di innocuo. Ed è il motivo per cui anche gli ingredienti di derivazione naturale contenuti nei nostri cosmetici sono sottoposti a rigidi controlli, in quanto sono i primi solitamente a causare sensibilizzazioni o allergie.
Il mondo della cosmetica è bello perchè vario, ogni consumatore può acquistare il prodotto che preferisce in base ai propri gusti ed esigenze specifiche. Dal nostro punto di vista di produttori/consumatori, crediamo fortemente che la qualità di un prodotto debba essere dimostrata dalla sua efficacia scientifica e che gli ingredienti di tipo chimico e naturale possano essere utilizzati in sinergia per ottenere il risultato migliore, senza tralasciare mai la sicurezza della nostra pelle e dell’ambiente che viene sempre al primo posto.
A differenza di molti altri articoli in cui concludiamo mostrandovi e spiegandovi i prodotti della Pearl’age Cosmetic, abbiamo deciso di concludere con una riflessione nata da un’intervista de Il Sole 24 Ore a Elena Cattaneo, docente all’Università di Milano, farmacologa, biologa e senatrice a vita italiana. La dott.sa Cattaneo ha commentato duramente il Ddl 988 in materia di agricoltura biologica che sta per approdare al senato:
«Per giustificare prezzi fino al 100% superiori, è stata promossa l’illusione che il bio fosse l’unico metodo in grado di salvare il mondo e farci vivere meglio e di più. Ma non esistono prove scientifiche a confermarlo, anzi le analisi dicono che i prodotti biologici non sono qualitativamente migliori e che il bio su larga scala è insostenibile in quanto per le principali colture produce fino al 50% in meno, richiedendo il doppio della terra. Per convertire il mondo a biologico quindi dovremmo rendere coltivabili altre centinaia di milioni di ettari sottraendoli a foreste e praterie. La “favola” del “naturale=buono” ha contribuito, poi, ad etichettare come “inquinatori del pianeta” oltre un milione di imprenditori agricoli che si affidano ogni giorno alle migliori tecnologie disponibili per garantire al consumatore prodotti sani e sicuri, all’ambiente il metodo che inquina meno e a sé stessi la soluzione più efficiente in termini di resa. Sono le stesse associazioni e lobby del “biologico di massa” a muovere accuse che non reggono a un’analisi scientifica.»
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